Decimo giorno di Corsa d'Estate, Occhio della notte
Anno 349 AC
Silvanesti
La fine di Xak Tsaroth e dei piani di Lord Verminaard, primo chierico della regina oscura Thakhisis, non è stata una reale vittoria, perlomeno, quella sperata dal gruppo di avventurieri in viaggio per le terre devastate dall'esordio della Guerra.
Svelare i piani dell'Oscura Regina ha difatti rivelato quanto sia precaria la condizione degli uomini liberi di Solamnia; privi di dèi e di fede, senza alleati, senza antichi artefatti e facili prede dei potenti draghi che presto potrebbero solcare i cieli sotto un forte vessillo come quello di Thakhisis.
Fuori dalle rovine dove Goldmoon ha trovato i Dischi di Mishakal, il nostro gruppo di Eroi è costretto a prendere una decisione: separarsi per evitare che l'oscurità della guerra colga impreparati gli ultimi ribelli di Solamnia: i tre ordini di Cavalieri, infatti, sono l'ultima frontiera che difendono le genti libere dai Cavalieri di Neraka e con l'ausilio dei draghi, ben presto, ogni fronte sarà vinto dalla potenza dell'Oscura regina.
Mentre Tanis Mezzelfo accompagna attraverso le terre del nemico Caramon il guerriero, Riverwind, Goldmoon e Sturm verso la Muraglia di Ghiaccio a recuperare un antico artefatto, così Derenithor Arcolungo, Galadhon, Iumel, Flint e Tasslehoff Burrfoot si recano verso il regno di Silvanesti, a cercare l'alleanza con gli elfi, rinchiusi ormai in un silenzio durante da troppo tempo, a buon ragione in effetti.
Giunti al confine nordoccidentale della foresta elfica, infatti, i nostri eroi guidati da Andraste cadono vittima del sogno che avvolge il reame elfico, patto del Portavoce delle Stelle Lorac, caduto nel tranello del Globo dei Draghi e del grosso drago verde Manarax, che ora plasma l'incubo di Silvanesti e di tutti coloro che, vivi, hanno ceduto alle malie della sua trama.
I nostri eroi si risvegliano all'interno di un dungeon, palese manifestazione dei loro incubi e del loro tormento interiore. Un passo dopo l'altro, l'arida pietra spaccata dal muschio, tipica delle pareti dei dungeon, cede il posto alla percezione sfocata dei sogni, generando dapprima dei vaghi ricordi dei paesani di Ossington, come la contadina che per prima incontrarono, poi gli spettri della cripta che antecedeva il paese, con volti del passato che tentano di far smarrire dapprima Derenithor e poi il mago stesso, facendo perno sulle sue debolezze.
Fallita l'influenza di queste figure, battute dapprima con la volontà mentale e poi con la stessa forza, il dio dell'Equilibrio intercede attraverso la magia del sogno per riparare il torto subito da Derenithor, Galadhon e Iumel, trasportati in quel mondo ad opera di Gulthias che aveva palesemente infranto l'ordine universale.
In cambio del mazzo di carte magico che tempo addietro aveva donato agli Eroi, dona loro alcune capacità per meglio fronteggiare questo nuovo nemico e per uscire dal loro stesso incubo, in maniera tale da dover combattere solo quello di Lorac e Manarax.
Usciti dalla cripta, il dungeon palesa Ossington e Dyson e lo stesso pavimento diventa il teatro di una rovinosa battaglia alla quale si unisce il Cavaliere Fantasma. E' solo dopo la premonizione di Galadhon che, tuttavia, riescono a dar fuoco alle rovine di Ossington, sconfiggendo quel sogno confuso e travagliato.
Il dungeon prosegue mostrando un ambiente con profonda nebbia, doe la realtà va sempre diminuendo, ecco che gli Eroi scorgono la cima della Torre Nera e il Lunitello suo guardiano, assieme alla roca voce di Gulthias. La battaglia sembra subito senza speranza e nonostante la tempra di Derenithor, questo sta per finire tra le fauci del guardiano.
E' allora che Galadhon, forte della sua veggenza, si teletrasporta all'interno del Cuore Nero, ripercorrendo velocemente i ricordi che lo separano da quel luogo oscuro. Ancora, Gulthias cerca di convincerlo a cedere, se non fosse che finalmente il mago compie la sua scelta vincendo i suoi dubbi e pugnala l'oscuro Cuore.
L'incubo degli Eroi termina e l'acre odore della Foresta riempie le loro narici; sono fuori dal dungeon ma non dall'incubo di Lorac.
Incubo di Lorac
Flint guiderà uno sparuto gruppo di elfi, là, alle porte di Silvanesti, per concedere a Derenithor e Galadhon di trovare un modo per fermare Manarax e il suo regno onirico. Ma proprio mentre sta per cominciare la battaglia, un grosso drago nero si unisce al drago verde, cavalcato da un altrettanto oscuro cavaliere:
Ashardalon e Gulthias si sono uniti alla battaglia, i cui esiti sono ancora da decidere.
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