martedì 24 luglio 2012

Missiva da Ansalon #1

Una pergamena viene ricevuta dagli Eroi di Silvanesti dopo quattro notti dalla data nella quale è stata vergata. La missiva è portata da un corvo in un cilindro di metallo scarno, privo di emblemi o altro. L'inchiostro è rosso scuro, ricavato dalle more e dai frutti succosi dei boschi, la calligrafia ordinata. La missiva è scritta nella lingua elfica e nei suoi caratteri.




Venticinquesimo giorno di Corsa d'Estate, Occhio del morto
Anno 349 AC

La Muraglia di Ghiaccio, a sud.

A Derenithor Arcolungo, Galadhon il Rosso e i suoi compagni, nostri alleati e amici nella notte che incombe,


Non abbiamo idea se questo messaggio vi raggiungerà mai o cadrà nelle mani dei servi della Regina Oscura Takhisis, ma la guerra che incombe ha la priorità hai messaggi criptati, per i quali non abbiamo tempo da perdere. Ho adoperato la lingua elfica, sperando che i servi draconici di Lord Verminaard non ne conoscano il verbo.


Porto un breve resoconto di quanto sta accadendo, sperando in vostre nuove; mentre tra elfi incombono nuove battaglie così come tra i Nani, auspico che dopo la vostra missione di pace a Silvanesti vi recherete tra i Nani o a Tarsis, alla ricerca delle navi alate per poter battere i draghi di Takhisis.
Non abbiamo molte nuove dalle terre di Solamnia e degli scontri tra cavalieri di Neraka e i paladini della Cittadella, Palanthas, poiché abbiamo recato immediatamente il nostro viaggio verso la Muraglia di Ghiaccio. Secondo Goldmoon, dovrebbe trovarsi ivi un altro potente artefatto, forse un Globo di Drago o i resti di una vecchia Dragonlance.


Il viaggio è proseguito senza problemi grazie alle conoscenze di Riverwind, abbiamo evitato la maggior parte dei viandanti e delle locande e abbiamo avuto un solo scontro con una banda di draconici razziatori, senza però gravi problemi.
Allego una mappa di dove siamo diretti, nel caso dovessimo fallire.




Sento qualcosa gravare in questo posto e temo che questo incarico sia tutt'altro che semplice. Qualcosa riposa dentro la grande Muraglia.
Qualcosa di molto grosso.
Che i nostri archi siano tesi e le spade affilate, tra qualche giorno raggiungeremo la base della Muraglia, che ora vediamo innalzarsi tra gli spuntoni di ghiaccio.





Non ho nessun'altra nuova da sottoporvi, il nostro viaggio sta per terminare come spero la vostra missione.
Cercherò di mandarvi delle nuove tra due lune, con l'auspicio della riuscita della nostra impresa.
Che Paladine e Mishakal ci proteggano, che i vostri percorsi siano sempre battuti,


Tanis Mezzelfo

mercoledì 11 luglio 2012

Cronache di viaggio #1

Decimo giorno di Corsa d'Estate, Occhio della notte
Anno 349 AC

Silvanesti

La fine di Xak Tsaroth e dei piani di Lord Verminaard, primo chierico della regina oscura Thakhisis, non è stata una reale vittoria, perlomeno, quella sperata dal gruppo di avventurieri in viaggio per le terre devastate dall'esordio della Guerra.
Svelare i piani dell'Oscura Regina ha difatti rivelato quanto sia precaria la condizione degli uomini liberi di Solamnia; privi di dèi e di fede, senza alleati, senza antichi artefatti e facili prede dei potenti draghi che presto potrebbero solcare i cieli sotto un forte vessillo come quello di Thakhisis.

Fuori dalle rovine dove Goldmoon ha trovato i Dischi di Mishakal, il nostro gruppo di Eroi è costretto a prendere una decisione: separarsi per evitare che l'oscurità della guerra colga impreparati gli ultimi ribelli di Solamnia: i tre ordini di Cavalieri, infatti, sono l'ultima frontiera che difendono le genti libere dai Cavalieri di Neraka e con l'ausilio dei draghi, ben presto, ogni fronte sarà vinto dalla potenza dell'Oscura regina.

Mentre Tanis Mezzelfo accompagna attraverso le terre del nemico Caramon il guerriero, Riverwind, Goldmoon e Sturm verso la Muraglia di Ghiaccio a recuperare un antico artefatto, così Derenithor Arcolungo, Galadhon, Iumel, Flint e Tasslehoff Burrfoot si recano verso il regno di Silvanesti, a cercare l'alleanza con gli elfi, rinchiusi ormai in un silenzio durante da troppo tempo, a buon ragione in effetti.
Giunti al confine nordoccidentale della foresta elfica, infatti, i nostri eroi guidati da Andraste cadono vittima del sogno che avvolge il reame elfico, patto del Portavoce delle Stelle Lorac, caduto nel tranello del Globo dei Draghi e del grosso drago verde Manarax, che ora plasma l'incubo di Silvanesti e di tutti coloro che, vivi, hanno ceduto alle malie della sua trama.

I nostri eroi si risvegliano all'interno di un dungeon, palese manifestazione dei loro incubi e del loro tormento interiore. Un passo dopo l'altro, l'arida pietra spaccata dal muschio, tipica delle pareti dei dungeon, cede il posto alla percezione sfocata dei sogni, generando dapprima dei vaghi ricordi dei paesani di Ossington, come la contadina che per prima incontrarono, poi gli spettri della cripta che antecedeva il paese, con volti del passato che tentano di far smarrire dapprima Derenithor e poi il mago stesso, facendo perno sulle sue debolezze.
Fallita l'influenza di queste figure, battute dapprima con la volontà mentale e poi con la stessa forza, il dio dell'Equilibrio intercede attraverso la magia del sogno per riparare il torto subito da Derenithor, Galadhon e Iumel, trasportati in quel mondo ad opera di Gulthias che aveva palesemente infranto l'ordine universale.
In cambio del mazzo di carte magico che tempo addietro aveva donato agli Eroi, dona loro alcune capacità per meglio fronteggiare questo nuovo nemico e per uscire dal loro stesso incubo, in maniera tale da dover combattere solo quello di Lorac e Manarax.

Usciti dalla cripta, il dungeon palesa Ossington e Dyson e lo stesso pavimento diventa il teatro di una rovinosa battaglia alla quale si unisce il Cavaliere Fantasma. E' solo dopo la premonizione di Galadhon che, tuttavia, riescono a dar fuoco alle rovine di Ossington, sconfiggendo quel sogno confuso e travagliato.
Il dungeon prosegue mostrando un ambiente con profonda nebbia, doe la realtà va sempre diminuendo, ecco che gli Eroi scorgono la cima della Torre Nera e il Lunitello suo guardiano, assieme alla roca voce di Gulthias. La battaglia sembra subito senza speranza e nonostante la tempra di Derenithor, questo sta per finire tra le fauci del guardiano.
E' allora che Galadhon, forte della sua veggenza, si teletrasporta all'interno del Cuore Nero, ripercorrendo velocemente i ricordi che lo separano da quel luogo oscuro. Ancora, Gulthias cerca di convincerlo a cedere, se non fosse che finalmente il mago compie la sua scelta vincendo i suoi dubbi e pugnala l'oscuro Cuore.

L'incubo degli Eroi termina e l'acre odore della Foresta riempie le loro narici; sono fuori dal dungeon ma non dall'incubo di Lorac.

Incubo di Lorac

Flint guiderà uno sparuto gruppo di elfi, là, alle porte di Silvanesti, per concedere a Derenithor e Galadhon di trovare un modo per fermare Manarax e il suo regno onirico. Ma proprio mentre sta per cominciare la battaglia, un grosso drago nero si unisce al drago verde, cavalcato da un altrettanto oscuro cavaliere:

Ashardalon e Gulthias si sono uniti alla battaglia, i cui esiti sono ancora da decidere.